Etna Bianco Superiore DOC “VIGNAdiMILO” Caselle 2020 - I Vigneri di Salvo Foti
I Vigneri di Salvo Foti
Fattore di autoctonia
Vitigni
Carricante 100% in parte franco di piede non innestato
Produttore
I Vigneri di Salvo Foti
Età delle viti
15
Vendemmia
Ottobre
Coltivazione
Alberello Etneo con tutore in castagno dell’Etna

Su questo vino
Segni particolari.
Chiudi gli occhi e sei in un agrumeto arroccato sull'Etna da cui scorgi la salinità del mare. Dove senti la nota d’incenso della terra vulcanica accompagnata dalla freschezza di un limone addolcito dal sale.
Il vino secondo noi.
Siamo a Milo, sul versante est dell’Etna, a 750 metri di altitudine.
Qui il Carricante, varietà autoctona tra le più eleganti della viticoltura isolana, trova un’espressione unica grazie a condizioni pedoclimatiche estreme ed a una lavorazione che affonda nella tradizione più autentica.
La parcella “VignadiMilo” nasce su un terreno vulcanico sabbioso, intriso di ripiddu (lapilli e pomici), dove affiorano tufi e lahars superiori del Mongibello Antico. Questo substrato è fragile, friabile, facilmente degradabile: un dono per la vite, che può radicarsi in profondità e nutrirsi di minerali unici.
La morfologia e i processi pedogenetici hanno forgiato un suolo vivo, “colto”, che parla al vino con voce antica.
Questo è un Carricante in parte franco di piede. La tecnica dei magliuoli (alberelli franchi di piede non innestati) rende questa vigna un presidio di biodiversità storica e un’eccezione virtuosa in un mondo dominato dalla standardizzazione. Le piante, sorrette da tutori in castagno dell’Etna, parlano il dialetto arcaico della montagna.
Nel calice si presenta con un luminoso giallo dorato, che racconta la luce della Sicilia e l’aria sottile dell’altitudine di Milo.
Roteando il calice si svela con grazia, aprendosi su note raffinate di mela cotogna, delicati richiami floreali di fiori di acacia e rosa gialla, frutta esotica, nuance burrose e una sottile ma decisa traccia empireumatica, che ricorda la nocciola tostata.
Il bouquet si chiude in una scia minerale, che affiora con discrezione. È il respiro del vulcano, che lascia nel bicchiere un’eco sottile di idrocarburo, segno di evoluzione, identità e tempo.
All’assaggio, l’ingresso è morbido e avvolgente, sostenuto da un’acidità moderata che richiama armonicamente alla frutta tropicale, bilanciando con precisione la struttura cremosa e la vellutata morbidezza del sorso.
La chiusura si distende su una sapidità lunga e fine, che riflette con chiarezza la matrice vulcanica del suolo.
VignadiMilo non è semplicemente un vino. È una voce antica che sussurra dalle pendici del vulcano.
Ogni sorso è una sinfonia di luce, cenere e mare lontano, in equilibrio su un filo teso tra tensione acida e morbidezza materica.
Ti lascia addosso la nostalgia del tempo, come certe musiche di Battiato: “Gli Uccelli”, con il loro volo libero; un richiamo alla Sicilia colta, spirituale, musicale – la stessa che questo vino sembra voler raccontare a ogni sorso.