2023

Valle d’Itria Bianco IGT “Mammamè” 2023 - Pierfabio Mastronardi Vignaiolo

Pierfabio Mastronardi Vignaiolo

100%

Fattore di autoctonia

Vitigni

Verdeca 50% Falanghina 20% Bianco d’Alessano 20% Maresco 5% Marchione 5%

Produttore

Pierfabio Mastronardi Vignaiolo

Età delle viti

25

Vendemmia

Settembre

Coltivazione

guyot misto

foto bottiglia mammamè bianco di pierfabio mastronardi
20,00 €
1

Su questo vino

Segni particolari.

Questo vino è per chi ha una forza silenziosa, per chi non dimentica da dove viene, anzi, fa delle sue radici un punto di partenza per creare qualcosa di nuovo. È il vino del riscatto e della coerenza.

Note Del Vino

Fruttato

Floreale

Speziato

Secco

Tannico

Informazioni tecniche

Tipologia: Bianco
Vinificazione: l'uva appena raccolta viene raffreddata per 24 ore in cella frigo. Il mattino seguente viene diraspata e, prima della pressatura soffice, vi è una macerazione di 12 ore a contatto con le bucce.
Regione: Puglia
Affinato: il vino resta a contatto con le sue fecce in acciaio fino a febbraio. Durante questo periodo si eseguono periodici battonage. Malolattica non svolta.
%
Grado alcolico: 12.5%
Fermentazione: ad una temperatura di circa 18 gradi centigradi per 14/16 giorni.
Allergeni: solfiti
Numero bottiglie prodotte all'anno: 2900

Conservazione e Servizio

Consumo ideale: 2025-2030
°C
Conservazione: 8°C - 10°C
°C
Temperatura di servizio: 10°C - 12°C
Abbinamenti: coniglio in umido

Scheda di degustazione

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Storia di Pierfabio

La storia della cantina di Pierfabio Mastronardi (leggi qui l'intervista che gli abbiamo fatto per te se vuoi conoscerlo meglio) nasce da una scelta coraggiosa, fatta con il cuore e con una visione chiara: ridare dignità e valore a un vitigno quasi dimenticato come la Verdeca.

Originario di Castellana Grotte, in provincia di Bari, Pierfabio ha maturato la sua esperienza lavorando per anni in altre realtà vitivinicole, ma nel 2015 decide di avviare un piccolo progetto personale.

Prende in affitto mezzo ettaro di Verdeca nel suggestivo Canale di Pirro, una depressione carsica al confine con la Valle d’Itria, dove anche in estate non mancano umidità, ristagni idrici, nebbie mattutine, sbalzi termici! È lì che inizia a coltivare la sua idea di vino.

La sua è una scelta controcorrente: la Verdeca, infatti, era stata a lungo considerata un vitigno “minore”, spesso usato solo per blend o per la produzione di vermouth. Ma Pierfabio ci vede altro. Ne intuisce il potenziale espressivo: la freschezza, l’acidità naturale, i profumi eleganti, decisamente lontani dai cliché dei bianchi pugliesi ricchi e piacioni. La sua Verdeca si fa notare da subito, tanto da non essere nemmeno riconosciuta come pugliese nei primi assaggi – e per Pierfabio, questo era quasi un complimento.

Nel 2017 nasce ufficialmente l’azienda agricola, che comincia a strutturarsi commercialmente. A seguire, tra il 2017 e il 2018, esce la prima bottiglia di Verdeca in purezza, sotto l’etichetta Mammamè – un nome che è insieme espressione dialettale (“Mammamè che buono!”) e soprannome di famiglia. Al bianco si affianca poi anche il Primitivo, coltivato su colline calcaree tra Castellana e Gioia del Colle, in terreni ben esposti e ventilati.

Oggi l’azienda conta 4,5 ettari vitati e produce circa 16.000 bottiglie all’anno, ma resta saldamente artigianale. Il lavoro è fatto tutto da Pierfabio, con l’attenzione e il rispetto che si deve alla terra. La sua filosofia produttiva è chiara: i vini devono raccontare il territorio prima di tutto, poi il vitigno, infine la mano del vignaiolo. È così che nasce la distinzione tra le due linee principali della cantina.

La linea Mammamè rappresenta le origini, l’identità più pura e diretta del progetto. Vini immediati, territoriali, autentici: dalla Verdeca fresca e tagliente, al Primitivo che rompe con l’immagine di vino pesante e zuccheroso, offrendo invece pulizia aromatica e bevibilità.

La linea Sulle Rocce, invece, è più personale, sperimentale. Qui Pierfabio si concede libertà espressive maggiori, come nel caso della Verdeca macerata 100 giorni sulle bucce, o del Primitivo da una parcella specifica di collina, più strutturato e complesso.

Tra questi, spicca anche il Metodo Classico da Verdeca, chiamato VDB23: 23 mesi sui lieviti, e una dedica d’amore alla moglie Valeria, madre dei suoi figli.

Tutto nel suo lavoro parla di terra, dedizione e verità. I suoli calcarei, il clima delle due aree (il fresco fondovalle per i bianchi, le colline assolate per i rossi), l’identità da agricoltore che Pierfabio vive con orgoglio. I suoi ricordi legati al vino risalgono all’infanzia, al suono del torchio a mano nelle cantine dei nonni, in notti di vendemmia.

Pierfabio si definisce testardo, permaloso e riflessivo, come – dice – ogni agricoltore. Ama lavorare in vigna e detesta le consegne, ma soprattutto crede nei valori della schiettezza, dell’onestà e della trasparenza. Per lui il vino è famiglia, fatica, convivialità. Non ama berlo da solo: è qualcosa che va condiviso, vissuto.

Il suo sogno? Continuare a crescere, ma soprattutto diventare un buon papà e un buon vignaiolo. Due ruoli che per lui vanno a braccetto, entrambi coltivati con amore, pazienza e rispetto.

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